sábado

Luta


Luta
 
O sonho acaba, os olhos abrem,
o sol bate, longe, chega perto e abre a sua janela.
Os cilios estralam-se, as maos se erguem,
o vento bate, mas sem nenhuma sintonia alegre.
O chao pisa os pès,
a escova de dente toca as maos,
e assim começa mais um dia de exatidao.
Mas, o que nao se sabe,
è se os passaros irao cantar nesta manha,
se o onibus para ir trabalhar, passera e baterà em frente a sua porta.
Ou se os sonhos vao continuar girando na cabeça,
esperando a noite chegar para realizar-se.
Entao vem o cerebro, a boca abre, e subitamente vem a voz.
Depois, vem a açao, vem a vontade, vem a luta
e orgulho de estar vivo,
e nao viver de indecisao.

Vicktoria Veronezzi

quinta-feira

Luna.


Mi sono inginocchiata sopra quella terra vuota di speranza, mentre una lacrima scendeva dalla mia guanccia lentamente sino sulle labra, ho sentito il sapore dei miei sogni. Ho alzato le mane al cielo, ma non ho avuto nessuna risposta, altrimenti nemmeno sapevo pregare. Ma a chi pregare? Ma a qualle Dio? Ho chiuso gli occhi, il freddo continuava ad arrivare, faccendo del mio corpo, un ghiaccio di lamenti e solitudine.
Stavo li da sola, senza un Dio, senza una favola in cui credevo quando ero piccola, e senza un cuore che capiva il mio.
Ho pianto, ho urlato, ho chiesto tante cose, però non ho avuto ancora nessuna risposta. Già non credevo in me stessa, e volevo disperatamente un'altra anima.
Una fiacca pioggia mi  hai portato un pò di speranza, anche se già non volevo più niente. Stavo quasi lasciando ciò che un giorno mia madre mi hai detto che era vita, volevo chiudere gli occhi, ed immediatamente svegliarsi in un'altro spazio, ma neanche aspettavo il paradiso.
Per un momento, ho pensato che non esisteva più niente. Che non esisteva il cielo, le nuvole, e la luna. Mi sentivo, un pezzo di pattume che passava di posto in posto  cercando un pò di pace.
Ma tutto per me era cosi strano, buio, e pensavo solo nel caos. Un caos piuttosto orribile, misterioso e con molta sofferenza.
Ho aperto gli occhi, e ancora stava li, l'unica luce che illuminava la mia poca anima, era della luna. Quella luce grande però lontana, quella luce che mi portava un energia di alzarmi e vivere. Ma, vivere per che? Se già fui arivata a quel punto, dove il buio oscura tutta la luce.
Ancora non ho avuto il pensamento della morte, in quel momento, ho messo le mani sopra la terra, che mi trasportava al mio passato, ai miei ricordi, a tutto quello che ero capace di ascoltare nella mia profondità. Fu quando, le mie gambe cominciarano ad avere un pò di forza, alzandomi pian piano, le goccie della pioggia, trascorevano nelle mie mani e cadevano sopra al mio viso.
Un forte vento è passato, e mi ha portato qualcosa! Ho visto la luna brillare come mai avevo visto prima. La mia lacrima, già era diventata una grande particella di speranza.
Fu quando, ho aperto i miei occhi, con tutta la forza ... con tutta la energia ... che la luna mi ha dato un giorno. E mi sono svegliata da un brutto sogno, che non vorrei avere mai più.